Dalla classe alla community: come i docenti possono creare connessioni autentiche con gli studenti Gen Z

Negli ultimi anni, il mondo dell’educazione è cambiato più rapidamente che mai.
Gli studenti della Generazione Z — nati tra il 1997 e il 2012 — sono cresciuti in un contesto digitale, veloce e interconnesso.
Per molti docenti, instaurare una connessione autentica con gli studenti Gen Z significa ripensare completamente il modo di comunicare, insegnare e relazionarsi.

Secondo un report Pew Research (2024), oltre il 70% dei giovani tra i 14 e i 22 anni ritiene che “un buon insegnante sia prima di tutto qualcuno che ascolta e comprende”.
La competenza empatica diventa quindi tanto importante quanto quella linguistica o disciplinare.

 1. Comunicare con empatia: la chiave della connessione

Per creare una connessione reale tra docenti e studenti Gen Z, non basta trasmettere contenuti: serve ascolto attivo.
Gli insegnanti che adottano uno stile comunicativo aperto, basato sull’empatia e sul confronto, favoriscono un clima di fiducia.

Ciò non significa rinunciare all’autorevolezza, ma saperla trasformare in autorevolezza relazionale: quella che nasce dal rispetto reciproco e dalla capacità di comprendere il punto di vista degli studenti.

Nella formazione MLA, l’empatia è al centro delle metodologie didattiche: nei corsi di MLA Inclusive Teaching i docenti imparano a leggere i segnali emotivi e comunicativi dei ragazzi, per adattare linguaggio e approccio in tempo reale.

 2. Parlare il linguaggio digitale (senza snaturarsi)

La Generazione Z vive online.
Usa meme per comunicare emozioni, video brevi per esprimere idee e chat per collaborare.
Ma questo non significa che i docenti debbano “imitare” gli studenti: significa piuttosto capire il loro linguaggio e integrare i loro strumenti nel contesto educativo.

Creare community digitali scolastiche — su piattaforme chiuse, sicure e collaborative — aiuta a mantenere il contatto anche fuori dall’aula.
Forum, bacheche interattive o gruppi di discussione stimolano la partecipazione e trasformano la classe in una piccola rete di apprendimento condiviso.

Un esempio efficace arriva proprio da MLA, che nei suoi corsi pre-partenza online utilizza ambienti digitali moderati dove studenti e docenti interagiscono in modo naturale e rispettoso, anche con tutor connessi da tutto il mondo.
Una dimensione “phygital”, dove tecnologia e umanità si intrecciano per favorire relazioni vere anche a distanza.

3. Dalla classe alla community: il nuovo ruolo del docente

Oggi l’insegnante non è più solo un trasmettitore di contenuti, ma un facilitatore di esperienze.
Costruire una connessione con gli studenti Gen Z significa creare uno spazio dove ciascuno può esprimersi, contribuire e sentirsi parte di una community.

Ecco alcune strategie pratiche:

  • Coinvolgere gli studenti nella creazione dei contenuti (presentazioni, quiz, video) per aumentare la partecipazione attiva.

  • Incorporare esperienze reali nelle lezioni, come simulazioni di situazioni quotidiane o progetti legati all’attualità.

  • Favorire la collaborazione invece della competizione: i ragazzi della Gen Z amano lavorare in gruppo, condividere idee e costruire insieme.

Secondo una ricerca McKinsey Education (2024), il 68% degli studenti Gen Z preferisce un approccio educativo basato su progetti reali e teamwork, perché “fa sentire parte di qualcosa”.

4. Costruire fiducia e continuità

La connessione docenti studenti Gen Z si consolida nel tempo grazie alla coerenza e alla trasparenza.
Essere autentici — anche ammettendo dubbi o errori — genera fiducia.
I docenti che si mostrano umani vengono percepiti come più accessibili e ispirano una partecipazione più profonda.

Progetti come le vacanze studio MLA rafforzano proprio questo legame: studenti e insegnanti condividono esperienze di vita reale, scoprendo culture, lingue e valori in un contesto autentico.
È qui che la community scolastica si trasforma in una rete di persone connesse da emozioni e crescita reciproca.

Conclusione

Creare una connessione autentica con la Generazione Z non è questione di età, ma di intelligenza relazionale.
Chi saprà unire empatia, ascolto e linguaggio digitale, potrà costruire un ponte tra scuola e mondo reale — trasformando ogni classe in una community di apprendimento viva e inclusiva.

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