A 20 anni dalla morte della principessa del Galles, Lady Diana, i figli William e Harry hanno voluto ricordare la loro mamma, morta il 31 agosto 1997, con una esposizione allestita a Kensington Palace, che ripercorre lʼevoluzione del suo stile negli anni.
Kensington Palace è la residenza dove Lady Diana ha vissuto per di più di 15 anni ed il luogo dove questa mostra, dal titolo: “Diana: her fashion story” è stata inaugurata il 24 febbraio scorso. Il titolo scelto per la mostra rivela che si tratta sia di una collezione di abiti stupendi rappresentativi della principessa, sia della lettura della sua figura all’interno della famiglia reale. La mostra, che rimarrà aperta a lungo, (12 mesi) celebra una delle donne più eleganti al mondo, operatrice benefica e fonte d’ispirazione per molti stilisti come Versace e Catherine Walker che l’hanno molto amata e disegnato per lei abiti indimenticabili. L’innata eleganza di Lady D non passava inosservata, Diana adorava la moda e i capi creati per lei una volta indossati, diventavano per tutti un must. A vent’anni dalla sua morte è importante ricordarla anche per il suo straordinario impegno sociale e la sua acuta sensibilità, che contribuirono alla sua notorietà nel mondo. La principessa infatti, condusse battaglie per molti temi all’epoca per lo più ignorati da tante celebrità e personaggi politici: dalla lotta all’AIDS, alla battaglia in Africa contro lebbra, alla difesa degli animali, alla tutela dei diritti umani .
Attraverso i suoi abiti è dunque possibile ripercorrere la storia di questa donna, appartenente ad una delle più antiche ed importanti famiglie britanniche, che è diventata negli anni un’icona del fashion e dell’eleganza. La mostra, curata da Eleri Lynn, che ha avuto l’onore di conoscere personalmente la principessa, presenta, infatti, 26 abiti che hanno segnato l’evoluzione dello stile della Principessa più fotografata e amata di sempre. La Lynn, ha scelto accuratamente ogni abito, e in una sua recente intervista ha affermato che ognuno di essi rappresenta un periodo, uno stato d’animo ben preciso della vita della “principessa triste”.
Quando Lady Diana sposa il principe Carlo ha vent’anni, non conosce bene ancora il dress-code di corte e i suoi abiti appaiono romantici e semplici, come il vestito a pois firmato Regamus, successivamente donato al museo delle cere di Londra Madame Tussot o la camicetta rosa pallido indossata per il ritratto ufficiale prima del matrimonio. Molto romantico e sobrio anche l’abito nuziale color avorio indossato in occasione del suo matrimonio con il Principe Carlo. Pur essendo stato disegnato da David ed Elizabeth Emanuel, l’abito era proprio come lo aveva sempre immaginato Diana, decorato con rari pizzi antichi e con un lungo strascico.
Diana è costretta ad imparare molto presto le regole dell’abbigliamento diplomatico e del protocollo a corte, ma con il passare degli anni acquista una maggiore confidenza con il suo corpo e una maggiore fiducia in se stessa, che la portano ad adottare uno stile meno serio e formale, più moderno, e allo stesso tempo unico nel suo genere. Le esperienze di vita le insegnano infatti, a comunicare con gli altri anche attraverso i suoi abiti e ad osare maggiormente indossando abiti più audaci e sontuosi.La mostra esibisce abiti straordinari ed indimenticabili che hanno segnato la sua vita come il vestito che la Principessa indossò per una cena diplomatica a Tokyo, dove vigeva un rigido protocollo da seguire al cospetto dell’Imperatore Akihito. Diana sfoggiò con innata eleganza un abito con la schiena scoperta intarsiato di perline. Incantevole poi l’abito in velluto blu notte, senza spalle disegnato da Victor Edelstein che Lady Diana sfoggiò in occasione di un pranzo offerto nel 1985 dall’allora Presidente americano Ronald Reagan alla Casa Bianca. È questo l’abito con cui la principessa ballò con l’attore John Travolta al ritmo della musica del film “La Febbre del sabato sera”. Soprannominato il vestito “Travolta”, l’abito fu poi venduto, dopo la morte della principessa, all’asta a 250.000 sterline.
Come riporta l’Harper’s Bazaar, l’abito che più di tutti sembra rappresentare Diana e che ha significato il suo passaggio nella rigidissima corona inglese, è il celebre Elvis Dress, un bolerino con colletto alto tempestato di perline e coroncina coordinata, di Catherine Walker indossato in occasione di un’uscita ufficiale. Di non trascurabile importanza per il suo significato anche il serio e quasi militaresco tailleur color mattone senza fronzoli, di linea asciutta che indossò quando divorziò da Carlo. Tuttavia l’abito che più colpisce per la sua bellezza e sontuosità è certamente il long dress, tempestato di pietre, realizzato dallo stilista Gianni Versace per lei nel 1991.
Per volere dei figli, la mostra sarà poi completata con un giardino temporaneo, che verrà installato nel palazzo a partire dalla stagione primaverile. Lady Diana amava i fiori e le composizioni floreali di Kensington Palace e spesso si dedicava personalmente alla cura di questo giardino: tra i suoi fiori preferiti vi sono tulipani, narcisi e non ti scordar di me. In primavera verranno realizzate delle aiuole con questi fiori, mentre rose bianche, margherite ed orchidee circonderanno in estate la piscina che si trova al centro del giardino. Attraverso le creazioni floreali del futuro “white garden” si spera di catturare lo spirito e l’energia che hanno sempre caratterizzato la vita della principessa che in un’intervista prima di morire aveva detto: “Sono uno spirito libero. Ad alcuni non piace, ma io sono fatta così”.