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Sulla scorta dell’articolo sul teatro pubblicato il mese scorso, appare interessante continuare a puntare l’interesse su questo argomento ed in particolare su uno dei personaggi Shakespeariani più famosi: Amleto.
Apparentemente potrebbe sembrare difficile rendere interessante agli occhi degli studenti un’autore così impegnativo, poiché gli adolescenti appaiono lontani anni luce dall’epoca nella quale l’Amleto è stato scritto. Invece, durante il corso degli anni, ho notato che i ragazzi sono sempre molto colpiti da questo personaggio e spesso appaiono riconoscersi in esso.
Così, questo giovane tormentato e macerato dai dubbi, dalle incertezze, da pensieri in continua evoluzione, sembra essere molto simile agli studenti che ci troviamo di fronte in classe.
Nel corso degli anni ho notato che per motivi diversi a seconda dei diversi ordini e gradi, l’Amleto è un testo molto amato dai ragazzi.
Per gli studenti della primaria e della secondaria di primo grado la presenza del sovrannaturale rappresentata dalla figura del fantasma del padre di Amleto all’inizio dell’opera crea un effetto di grande curiosità paragonabile ai racconti horror per ragazzi o alle storie di misteri dei quali i bambini sono ghiotti.
Via via che si passa di grado, quindi nella secondaria, l’interesse si sofferma più su altri personaggi quali Ofelia e, naturalmente, sullo stesso Amleto. Questi giovani adolescenti sembrano quasi immedesimarsi nelle figure dei due protagonisti introversi e sofferenti e ritrovare in essi parte delle sofferenze e delle tensioni vissute nella vita reale. La fidanzata innamorata che viene respinta e il giovane pieno di ideali, capace di una introspezione finissima ma spesso incapace di agire.
Ma quali sono i temi che più ricadono nella vita di un ragazzo di oggi?
Essere o non essere, questo è il problema.
Chi non ha mai pronunciato questa frase? Magari anche senza conoscerne appieno il senso.
In effetti i significati di questo passo sono svariati. Quello che Shakespeare probabilmente voleva esprimere attraverso Amleto è che spesso nella vita si è costretti ad una scelta, inseguire la verità anche se questo porta inevitabilmente alla sofferenza e a cambiare il corso degli eventi, oppure tacere e omologarsi vivendo in una condizione di ristagno emotivo e psicologico, accettando tutto ciò che arriva senza opporsi.
Tutti un po’ Amleto, quante volte i nostri alunni si sono ritrovati a decidere come comportarsi davanti ad un insegnante, un compagno di classe o un genitore. Chiedersi se in quel momento dovevano “essere o non essere”, ovvero intraprendere la strada più semplice o quella più tortuosa? Verità o accettazione dello status quo? Omologazione o libertà di pensiero?
Amleto è un giovane uomo profondamente tormentato che proprio non riesce a decidersi. Sempre immerso nel suo continuo ragionare che, invece di liberarlo, lo opprime e lo porta fino quasi a consumarlo. Perché un uomo moderno non può credere ad un fantasma e le prove, anche se ci sono, non bastano mai. L’agire è sempre rimandato fino a portare alla distruzione sua e degli altri personaggi.
Non una semplice opera teatrale ma anche una vera e propria opera filosofica che riesce a mettere in luce due degli aspetti importanti della vita dell’uomo: il bene e il male in lotta tra di loro, dove il bene è l’intelligenza mentre il male è il suo declino ossia la demenza e la follia.
Shakespeare mostra un uomo la cui fiducia è minata dalle nuove scoperte geografiche e scientifiche, “ ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni la Filosofia” e tutto trasuda angoscia in un’epoca in cui l’Inghilterra si sta preparando ai suoi anni più bui.
Insomma, Amleto è ognuno di noi, è una sorta di uomo occidentale che vive in un periodo storico di grandi incertezze e cambiamenti, diviso tra il fare e il sapere, tra la consapevolezza del sé e la realtà.
Dopo aver affrontato in classe la lettura dell’opera o di parte di essa e analizzato insieme il testo evidenziando le tematiche salienti, un’attività interessante potrebbe essere quella di assegnare ad ogni studente una frase e chiedere loro di produrre un testo di media lunghezza nel quale esprimere commenti e riflessioni critiche e personali.
La famosissima “Essere o non essere” e altri esempi:
Atto I, scena 3, Polonio e Laertes
Atto I, scena 2, Amleto e la regina
Atto I, scena 4
Atto 2, scena 1: Polonio e Ofelia
Atto 2, scena 2: Lettera d’amore che Amleto invia a Ofelia.
Atto 2, scena 2: Polonio ad Amleto
Atto 3, scena 1
Atto 4, scena 5
Dopo aver affrontato in classe la lettura dell’opera in versione semplificata, oppure, dopo aver mostrato un video della rappresentazione, un’attività interessante può essere quella di chiedere agli studenti di produrre un testo di media lunghezza, strutturato in modo discorsivo o secondo una griglia o una tabella schematica, nel quale produrre descrizioni e riflessioni personali relative ad un personaggio che li ha particolarmente colpiti.
Francesca Tamani
È docente di lingua inglese e francese presso la scuola secondaria “ A. Chieppi” di Parma. Referente e docente per le certificazioni Esol University of Cambridge e Trinity College e per le certificazioni Delf con Alliance Francaise. Ha collaborato alla stesura del testo “Make it” per la scuola secondaria con Cambridge University Press. Fa parte di un gruppo di lavoro Miur “Orientamente” che cura la didattica per l’orientamento e la progettazione di strumenti didattici. Ha curato l’introduzione della didattica Clil come referente per le lingue all’interno di un progetto verticale.
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