Indice articolo
I don’t take coffee, I take tea, my dear
I like my toast done on one side
And you can hear it in my accent when I talk
I’m an Englishman in New York
An Englishman in New York, Sting
Nel giorno di San Valentino proponiamo un lesson plan dedicato ad una bevanda che oltre ad essere uno dei simboli della cultura Britannica è anche per alcuni un atto di amore e di vera passione. Il té delle cinque, il rituale per eccellenza che si consuma nelle case degli Inglesi ormai da secoli rappresenta un momento imprescindibile.
Un conforto dalle fatiche della giornata, il motivo per una chiacchierata tra amiche oppure un pretesto per un incontro romantico. Insomma, tutto ruota attorno ad una fumante tazza di té. Costruire un lesson plan su questo argomento apre infiniti percorsi e offre numerosi spunti di approfondimento portandoci a ripercorrere le tappe della storia inglese e dei suoi personaggi principali tra tradizioni, rituali e aneddoti, perché come ci ricorda Sting nella sua celebre canzone, il vero Englishman beve solo té, ovunque si trovi.
Women taking tea di Albert Lynch
Arrivato in Inghilterra attorno al 1650 come rimedio medicinale, in pochi anni divenne una moda di corte dove veniva bevuto rigorosamente in tazzine cinesi di porcellana bianca e blu. Nel secolo successivo raggiunse un consumo nazionale: gli aristocratici bevevano il primo infuso lasciando ai servitori le foglie usate. Un lavoratore medio spendeva anche un terzo dei suoi guadagni per acquistare il té. Il governo inglese vide in questo prodotto una grande fonte di guadagno e decise di tassarlo contribuendo al commercio di tè di contrabbando e di tè falso.
La decisione di tassarlo anche nelle colonie americane fece ribellare i coloni che preferirono combattere per l’indipendenza dal Regno Unito. Costituirono il “Boston Tea Party” e assaltarono le navi inglesi buttando il tè in mare. All’ inizio dell‘800 l’Inghilterra smise di importare té dalla Cina dopo aver scoperto colture spontanee in alcune zone dell’India, già loro colonia. L’invenzione delle bustine risale al 1826 quando un quacchero ebbe l’idea di vendere le foglie in piccole confezioni sigillate.
Il famoso rito del té del pomeriggio si diffuse grazie ad un’idea della Duchessa di Bedford. La nobildonna iniziò a berne una tazza con pane e torta ogni pomeriggio come intermezzo tra il pranzo e la cena. Da questo momento questa pratica divenne una vera e propria abitudine e il rito, ben presto, da privato divenne una moda collettiva.
Il tè pomeridiano all’Hotel Ritz di Londra è una tradizione che dura tutt’oggi e risale al periodo edoardiano. Il Ritz fu il primo hotel dove venne permesso alle donne di prendere il tè da sole.
Attività proposta:
All true tea lovers not only like their tea strong,
but like it a little stronger with each year that passes
George Orwell
La letteratura inglese è ricchissima di riferimenti al té. Molti famosi personaggi ad un certo punto della narrazione vengono presentati mentre sorseggiano un profumato té in una raffinata caffetteria o in un elegante ed aristocratico salotto. Di seguito vi sono alcuni spunti che ci mostrano quanti autori abbiano espresso tra le righe dei loro romanzi questa loro passione.
Nella lussuosa residenza della famiglia Crawley il bere “una buona tazza di tè” è un abitudine che coinvolge tutti i personaggi, dai componenti della ricca e blasonata famiglia, alla servitù che spesso si ritrova attorno ad una tazza fumante a commentare, non senza ironia, gli avvenimenti principali della giornata.
All’epoca della scrittrice il té è ormai un rito quotidiano e un buon motivo per incontrare amici e vicini e la passione della scrittrice per questa bevanda viene trasmessa ai suoi personaggi:
In “Ragione e sentimento” , Elinor propone spesso “una buona tazza di té” per rasserenare gli animi.
E’ il romanzo che dedica una importante scena al rito del té, il famoso Mad tea Party a casa della lepre marzolina in compagnia del Cappellaio matto.
“ Prendi un altro po’ di tè” disse la Lepre Marzolina ad Alice con estrema serietà.
“Non ne ho ancora avuto”, rispose Alice offesa, “ perciò non posso prenderne di più”.
“ Intendi dire che non puoi prenderne di meno” disse il Cappellaio, “ E’ molto facile prenderne di più di niente”
Questa commedia presenta numerose scene che si svolgono attorno ad una tazza di té accompagnata, di solito, da vassoi di sandwich al cetriolo.
Ricordiamo la scena in cui il té non viene servito nel salotto ma intorno ad una tavola che fluttua magicamente nell’aria.
Nell’incipit del romanzo troviamo questa frase: “ Under certain circumstances, there are few hours in life more agreeable than the hour dedicated to the ceremony known as afternoon tea”
Il compito di realtà sta diventando uno strumento sempre più utile per veicolare contenuti, lessico e strutture grammaticali attraverso un approccio pratico e basato sulla cooperazione. Lo scambio e la condivisione di competenze, il collaborare in gruppo e lo sviluppo delle abilità digitali sono tra i punti cardine di questa attività. Il compito di realtà che si va a proporre andrà a strutturarsi proprio attorno al té e ai rituali e tradizioni ad esso correlati.
Il titolo che ho scelto è “Twinings tearoom” dal nome del famoso marchio fondato da Thomas Twinings nel 1706 che riceverà dalla Regina Vittoria il Royal Warrant come fornitore ufficiale della famiglia reale.
Di seguito si propone la programmazione del compito di realtà
Immagina di creare una Tea room inglese nella tua classe e di invitare gli studenti della tua scuola, i docenti e i genitori.
Comunicazione nelle lingue straniere:
Competenze digitali:
Consapevolezza ed espressione artistica:
Competenze sociali e civiche:
Di seguito propongo un esempio.
La ricetta degli “Scones” che immancabilmente accompagnano il té sulle tavole degli inglesi. Questa, come molte altre, potranno essere inserite in una brochure o in un piccolo ricettario che i ragazzi potranno preparare all’interno del compito di realtà.
Classic scones recipe
Prep 5 mins
Cook 10 mins
Difficulty easy
Serves 8
Ingredients:
Method:
Francesca Tamani
È docente di lingua inglese e francese presso la scuola secondaria “ A. Chieppi” di Parma. Referente e docente per le certificazioni Esol University of Cambridge e Trinity College e per le certificazioni Delf con Alliance Francaise. Ha collaborato alla stesura del testo “Make it” per la scuola secondaria con Cambridge University Press. Fa parte di un gruppo di lavoro Miur “Orientamente” che cura la didattica per l’orientamento e la progettazione di strumenti didattici. Ha curato l’introduzione della didattica Clil come referente per le lingue all’interno di un progetto verticale.
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