I Fondi Strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) sono strumenti finanziari gestiti dalla Commissione Europea per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale riducendo il divario fra le regioni più avanzate e quelle in ritardo di sviluppo, mirando ad una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva entro il 2020. La politica di coesione si basa sul cofinanziamento nazionale o regionale. Le risorse previste da questi fondi vengono distribuite secondo una programmazione settennale che riguarderà non più solo le regioni dell’obiettivo convergenza, ma tutte le regioni d’Italia anche se in misura diversa.
Il Fondo Sociale Europeo (FSE), che si propone anche di aiutare le persone svantaggiate a rischio di povertà o esclusione sociale, ha il compito di intervenire su tutto ciò che concorre a sostenere l’occupazione. I quattro obiettivi di riferimento sono la promozione dell’occupazione e il sostegno alla mobilità dei lavoratori; la promozione dell’inclusione sociale e la lotta contro la povertà; l’investimento in istruzione, competenze e apprendimento permanente; il miglioramento della capacità istituzionale e l’efficienza dell’amministrazione pubblica.
Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), mira invece a consolidare la coesione economica e sociale regionale investendo nei settori che favoriscono la crescita, migliorano la competitività, creano posti di lavoro. Tale fondo concentra gli investimenti su diverse aree prioritarie chiave per correggere gli squilibri fra le regioni: innovazione e ricerca; agenda digitale; sostegno alle piccole e medie imprese (PMI); economia a basse emissioni di carbonio. Il FESR riserva inoltre, particolare attenzione alle specificità territoriali investendo principalmente nello sviluppo urbano sostenibile.
Il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) incidono in maniera diretta nel favorire una crescita intelligente fondata sulla conoscenza e innovazione, sull’innalzamento e adeguamento delle competenze dei giovani e degli adulti e intervengono sul contrasto contro la dispersione scolastica, sul miglioramento del sistema scolastico anche attraverso il potenziamento degli ambienti di apprendimento e la innovazione e digitalizzazione della scuola.
Con il nuovo Programma UE 2020, infatti, è rafforzato il concetto di scuola ”aperta”, in grado di diventare polo di aggregazione delle comunità locali e di essere scuola equa ed inclusiva. La scuola deve lavorare per eliminare il contrasto dei divari territoriali e il fenomeno della dispersione scolastica e formativa, e deve favorire l’acquisizione delle competenze chiave degli studenti. Solo innalzando i livelli di istruzione, è possibile migliorare l’economia e la competitività del Paese in rapporto alle politiche di occupazione per i giovani.
Il miglioramento dell’offerta formativa oltre che promuovere la qualità dell’istruzione deve essere indirizzato anche ad agevolare la mobilità transnazionale, l’inserimento lavorativo dei giovani e accrescere le competenze della forza lavoro. In passato i Progetti PON C1(percorso di stage linguistico di 3/4 settimane all’estero con conseguimento della certificazione linguistica) e Progetti PON C5(percorso di scuola–lavoro in Italia e all’estero di 3/4 settimane con conseguimento certificazione Europass ) hanno contribuito in maniera decisiva ad accrescere le competenze degli studenti e hanno rappresentato un’esperienza formativa di grande valore per i titoli conseguiti spendibili nel mondo del lavoro.
Questo significa anche migliorare il patrimonio edilizio scolastico in direzione di una nuova moderna concezione di scuola. Il concetto di scuola aperta non può, infatti, non essere legato a quello di una scuola che offra infrastrutture e connettività a partire dal wi-fi all’interno degli istituti. Il processo di cambiamento della scuola è infatti legato a quello della riqualificazione delle strutture scolastiche e degli spazi di apprendimento. Questo è possibile grazie ai Fondi FESR che finanziano progetti che:
L’attrattività degli ambienti di apprendimento non può prescindere infatti dal miglioramento della sicurezza, dell’efficienza energetica, dell’accessibilità degli edifici.
Come possiamo notare la strategia del Programma Operativo è caratterizzata da una forte sinergia e complementarietà tra gli interventi finanziati dal FSE e dal FESR perché insieme concorrono al raggiungimento degli obiettivi prefissati delle linee di indirizzo UE 2020. Esso si articola secondo una struttura in Assi:
Ciascun Asse al suo interno ha degli obiettivi tematici e degli obiettivi specifici corrispondenti alle priorità di investimento ed ogni scuola dovrà optare per quelli che ritiene più idonei in base alla propria utenza e alla propria offerta formativa. Va infatti sottolineato che i Progetti FSE E FESR devono essere pienamente integrati con il piano dell’offerta formativa di ogni istituzione scolastica.
Le azioni inoltre, riguarderanno l’intero territorio anche se con un diverso grado di incidenza, sia di obiettivi che di finanziamenti da erogare, in base ai fabbisogni ampi e diversificati di tutte le regioni. Nel Centro-Nord per esempio, dove è più massiccia la presenza di alunni stranieri si potranno prevedere azioni di contrasto alla dispersione scolastica, di sostegno all’apprendimento della lingua italiana, di formazione per docenti di italiano in Lingue. Nel Sud si potrebbero potenziare le competenze di base come l’italiano e la matematica, promuovere le competenze informatiche e linguistiche, prevedere percorsi di alternanza scuola-lavoro e stage linguistici all’estero al fine di aumentare le occasioni di occupabilità. Infine la durata delle azioni è generalmente annuale coincidente con l’anno scolastico. Per quanto riguarda invece le azioni rivolte alla formazione docenti si prevede una durata biennale o quadriennale.
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