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“Ulisse va visto come l’ultimo dei capolavori della narrativa ottocentesca
e il primo di quelli del nostro secolo.
Anche in questa ambivalenza si rivela il suo carattere di opera eccezionale”
(Edoardo Sanguinetti)
Strutturare un lesson plan attorno al Bloomsday sarà un modo interessante e diverso di andare alla scoperta della Dublino di James Joyce, scoprire il protagonista di uno dei suoi principali personaggi ed infine collegarsi alla produzione dello scrittore e del suo legame con Trieste e con Italo Svevo.
Il Bloomsday, la cui prima edizione risale al 1950, viene festeggiato ogni anno il 16 giugno ed è la commemorazione che rievoca gli eventi dell’Ulisse di J. Joyce, uno dei più celebri romanzi dello scrittore che si svolge tutto in una sola giornata: il 16 giugno 1904.
Festa celebrata principalmente in Irlanda, prende il nome dal cognome del protagonista del romanzo, Leopold Bloom e ricorre proprio il 16 giugno, giorno in cui Joyce e la sua compagna di vita Nora Barnacle si incontrarono per la prima volta per una passeggiata nel villaggio di Ringsend.
Ma l’appuntamento principale in Italia sarà presso il luogo che ha raccolto il lungo passaggio di Joyce a Trieste e che ha organizzato come ogni anno una serie di festeggiamenti per onorare la memoria di questo illustre scrittore:
Di seguito pubblichiamo la locandina e il calendario degli eventi da non perdere!
Trieste, 14-17 giugno 2018
Ritorna la festa in onore dello scrittore Irlandese James Joyce, che fra il 1904 e il 1920 fu a lungo ospite di Trieste, e del suo indimenticabile personaggio Leopold Bloom, protagonista del romanzo Ulisse. Anche quest’anno, come a Dublino, New York, Pola, Melbourne, Shangai, Mosca, Parigi, Londra, Montreal, Sao Paolo, San Francisco e in centinaia di altri centri piccoli e grandi nel mondo, a Trieste, città che Joyce chiamò “ La mia seconda patria” si reciterà, si ballerà, si discorrerà, si suonerà e si brinderà nel nome di Joyce e del suo grande (anti) eroe.
E anche quest’anno le celebrazioni del Bloomsdaay triestino metteranno al centro uno dei 18 episodi di cui è composto l’Ulisse: il settimo, Eolo, ambientato alla sede del Freeman’s Journal a Dublino.
Alle 12.15 del 16 giugno 1904, Leopold Bloom si reca al giornale per piazzare un annuncio pubblicitario per un cliente e assiste, insieme, alla frenetica attività delle rotative e alla flemmatica routine delle chiacchiere di redazione. Per il capitolo dedicato all’evento effimero della fama Joyce sceglie naturalmente uno stile giornalistico in cui la narrazione si spezzetta in tanti trafiletti che ci restituiscono il mosaico della vita e dell’arte.
Museo Joyce
Via Madonna del Mare, 13. Trieste
Info: museojoyce@trieste.it
Un assaggio del programma….
SABATO 16 GIUGNO
10.00 – Cultura – Bloomsday 2018
Museo Sartorio, Largo Papa Giovanni XXIII 1
L’uomo con la macchina da prosa
Conferenza di Gabriele Frasca (Università di Salerno).
a seguire – musica – Bloomsday 2018
Three for Trio
Concerto per clarinetto, violino e pianoforte. Musiche di Marco Battigelli, Davide Coppola e Giorgio Coslovich, con il Trio Joyce (Maria Bertòs, clarinetto, Snezana Acimovic, violino e Hiromi Arai, pianoforte).
16.00 – teatro – Bloomsday 2018
Auditorium del Museo Revoltella, via Diaz 27
Il maestro e Cicogno
Spettacolo teatrale di Renzo S. Crivelli con Maurizio Zacchigna, Francesco Godina, Enza De Rose; regia di Maurizio Zacchigna.
17.00 – cultura – Bloomsday 2018
JJ Walking English Tour
Passaggio Joyce (Ponte Curto), lato via Rossini
In caso di maltempo l’itinerario verrà spostato alla mattina successiva alle ore 9, con identico punto di ritrovo.
18.00 – cinema – Bloomsday 2018
Museo Joyce Museum, via Madonna del Mare, 13
Dalla torre di Stephen alla stanza di Molly
Proiezione del video di Paolo Colombo.
20.00 – cultura – Bloomsday 2018
Antico Caffè San Marco, via Battisti, 18
More Been
Tavola rotonda sull’uso umoristico e creativo del dialetto triestino dentro e fuori l’opera di Joyce, con Laura Pelaschiar, Alessandro Ambrosi e Diego Manna; coordinato da Riccardo Cepach
21.30 – teatro – Bloomsday 2018
Auditorium del Museo Revoltella, via Diaz 27
Il maestro e Cicogno – Replica
Spettacolo teatrale di Renzo S. Crivelli con Maurizio Zacchigna e Francesco Godina, Enza De Rose; regia di Maurizio Zacchigna.
“Vi ho messo così tanti enigmi e rompicapi che terranno i professori occupati per secoli a chiedersi cosa ho voluto significare, e quello è l’unico modo per assicurarsi la propria immortalità”
( James Joyce parlando dell’Ulisse)
“ Ogni vita è una moltitudine di giorni, un giorno dopo l’altro. Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli adulterini, ma sempre incontrando noi stessi”
( James Joyce, Ulisse)
“Ulysse è l’epopea di due razze ( Israele-Irlanda) e nel medesimo tempo il ciclo del corpo umano ed anche la storiella d’una giornata ( la vita). La figura di Ulysse mi ha sempre affascinato sin da ragazzo. Cominciai a scrivere una novella per Dubliners 15 anni fa ma smisi (…). E’ una specie di enciclopedia, anche. La mia intenzione è di rendere il mito sub specie tempori nostri, non soltanto ma permettendo che ogni avventura ( cioè ogni ora, ogni organo, ogni arte connessi e immedesimati nello schema somatico del tutto) condizionasse anzi, creasse la propria tecnica. Ogni avventura è per così dire une persona benchè composta di persone (…).
James Joyce
Dopo aver introdotto il tema della lezione e illustrato le tradizioni e le curiosità legate al Bloomsday anche attraverso video sui canali internet, sarà possibile passare ad analizzare più nel dettaglio la figura di questo personaggio. Essendo un romanzo molto corposo è difficile affrontarne la lettura in classe o durante i periodi di vacanza, tuttavia si può presentare un buon riassunto dell’opera e di seguito si possono estrapolare alcuni passaggi significativi, leggerli e tradurli insieme agli studenti. Leopold Bloom è il protagonista del romanzo “ Ulysse” di James Joyce che si sovrappone all’Ulisse nell’Odissea omerica. Come l’eroe greco dell’Odissea, anche Leopold Bloom non viene presentato dall’inizio ma appare solo nel quarto capitolo.
Nato nel 1866, Bloom è l’unico figlio di Rudolph Bloom, ebreo ungherese emigrato in Irlanda. Il romanzo narra la sua odissea moderna per le strade di Dublino durante la giornata del 16 giugno 1904. Durante questo vagare per la città emergono i pensieri che stanno più a cuore a Bloom, quelli legati alle persone che fanno parte della sua vita quali la compagna e il figlio, ma anche teorie e riflessioni politiche e sociali.
Visto che il personaggio intrattiene un rapporto stretto con la città di Dublino e viene presentato in un continuo vagare, sarà interessante ripercorrere i luoghi visitati da Bloom ed in questo modo presentare angoli della città meno conosciuti.
Sotto questa ottica, infatti, pur trattandosi di un libro molto complesso per la ricchezza dei personaggi e dei luoghi, può essere utilizzato come perfetta guida per andare alla scoperta della Dublino più nascosta.
Il capitolo che maggiormente fornirà spunti per scoprire luoghi e vie di Dublino è il quarto: “Lestigoni”
A Dublino troviamo ben 14 targhe incastonate nel pavimento che indicano i luoghi frequentati dal protagonista :
Le attività che si possono svolgere in classe sono numerose:
Nel capitolo 4, oltre al tema della città, emerge in modo preponderante anche il tema del cibo. Al Davy’s Pub è possibile consumare un pasto a tema joyciano e assaggiare il famoso Sandwich al gorgonzola oppure il Beef Stew irlandese.
Possibili attività da svolgere in classe:
“ Quando morirò Dublino sarà scritta nel mio cuore”
( J. Joyce)
“ Ho voluto dare un’immagine così completa di Dublino, che se un giorno la città dovesse improvvisamente sparire dalla faccia della Terra, potrebbe essere ricostruita sulla base del mio libro”
( Conversazione con Frank Budgen, Zurigo, 1918)
Joyce nasce a Dublino nel 1882 e vi trascorre la sua giovinezza fino al 1902, quando dopo la laurea si trasferirà per un periodo a Parigi. Ma questa città rappresenta un luogo che lo ispirerà in gran parte delle sue opere.
Dublino e….
“ Voi trovate le mie parole oscure.
L’oscurità è nelle nostre anime, non vi pare?”
“ Si trovavano sempre all’aperto. Amarono in tutte le vie suburbane di Trieste (…) Si baciavano lungamente, la città ai loro piedi, muta, morta, come il mare, di lassu niente altro che una grande estensione di colore misterioso, indistinto; e nell’immobilità e nel silenzio, città, mare e colli apparivano di un solo pezzo, la stessa materia foggiata e colorita da qualche artista bizzarro, divisa, tagliata da linee segnate da punti gialli, i fanali delle vie.
( Italo Svevo, Senilità)
Un ulteriore passo nell’approfondimento di questo autore potrebbe essere un’attività di tipo interdisciplinare. L’insegnante di lingua inglese può richiedere l’intervento della docente di letteratura italiana e lavorare insieme ai ragazzi evidenziando i collegamenti tra la figura di James Joyce e quella dell’amico Italo Svevo. Questo tipo di attività potrebbe essere proposto ad una classe terza della scuola secondaria di primo grado oppure in un Istituto superiore negli anni del triennio durante i quali viene affrontato lo studio della letteratura.
L’attività potrebbe partire dall’analisi delle vite dei due autori che ad un certo punto vengono ad incontrarsi a Trieste e poi proseguire nell’analisi parallela delle opere principali cercando affinità e differenze. Questo tipo di percorso potrebbe arrivare addirittura ad una visita della città di Triste alla ricerca delle tracce dell’opera e del trascorso dei due scrittori.
L’amicizia tra Svevo e Joyce nacque in modo del tutto casuale. Joyce, esule dalla sua Irlanda, insegnava a Trieste presso la Berlitz School e Svevo fu un suo studente poiché aveva bisogno di imparare l’inglese per i suoi viaggi e i contatti commerciali delle fabbrica del suocero presso la quale lavorava.
Per Joyce fu “ un sollievo immenso, nella noia mortale dell’insegnamento, trovare almeno un alunno con cui poter conversare”. Dalle lezioni due passarono ben presto a conversazioni letterarie e durante le visite a casa di Svevo Joyce raccontava dei suoi progetti e delle sue opere che Svevo potè così apprezzare ed ammirare. In quelle stesse occasioni anche Svevo sottopose al giudizio dell’amico i suoi primi due romanzi “ Una vita” e “ Senilità” che furono pubblicati senza successo alcuni anni prima.
Joyce apprezzandoli convinse Svevo a proseguire nella scrittura e fu probabilmente grazie all’incoraggiamento di Joyce che Svevo scrisse “ La coscienza di Zeno”. Nel giro di pochi mesi il nome di Svevo iniziò a circolare nei circoli culturali europei.
“ La mia anima è a Trieste”
James Joyce
James Joyce trascorse parecchi anni a Trieste e visse in nove case. Frequentò la città e fu un personaggio che lasciò il segno. Di seguito indichiamo un itinerario triestino sui passi di Joyce.
James Joyce e Nora arrivano a Trieste in treno il 20 ottobre 1904
Francesca Tamani
E’ docente di lingua inglese e francese presso la scuola secondaria “ A. Chieppi” di Parma. Referente e docente per le certificazioni Esol University of Cambridge e Trinity College e per le certificazioni Delf con Alliance Francaise. Ha collaborato alla stesura del testo “Make it” per la scuola secondaria con Cambridge University Press. Fa parte di un gruppo di lavoro Miur “Orientamente” che cura la didattica per l’orientamento e la progettazione di strumenti didattici. Ha curato l’introduzione della didattica Clil come referente per le lingue all’interno di un progetto verticale.
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