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Tempo e spazio per la creatività delle idee

Negli spazi chiusi delle aule vorremmo dare libero impeto alla libertà e alla creatività delle idee. Lo spazio e il tempo per pensare sono un’entità nascosta a noi docenti. L’espressività libera di idee nuove e individuali crea spazi di condivisione e libertà di espressione, una modalità creativa di azione che modifica la relazione personale con gli alunni. Il sapere è inteso come mezzo di comunicazione delle idee, esclusivo nel suo aspetto e speciale nella sua accezione critica. L’accoglienza e il rispetto per i modi diversi di pensare genera un’elasticità nelle relazioni con gli altri, libera la mente e stimola la curiosità. La creatività può sembrare un motore di conflitto e di convergenza di opinioni ma è fondamentale avere tempo per pensare, comunicare e condividere con gli altri in spazi diversi da quelli istituzionali.

C’è bisogno di un istinto creativo sempre quando si instaura una relazione in ambito educativo.

Si può educare stabilendo relazioni diverse, aiutando l’altro a migliorarsi partendo da sponde creative e stimoli avvincenti.

Lavorando in spazi diversi dalla classe i momenti di vita, di gioco, di impegno e di studio aiutano i giovani a costruire la loro immagine interiore e non la piatta immagine che restituisce la singola valutazione numerica che della persona non dà alcun indizio costruttivo, che non rileva nulla della complessità delle azioni nel binomio insegnamento-apprendimento e delle interazioni tra docenti e alunni e viceversa.

Creare e costruire luoghi di pensiero significa dare una multivisione, una rappresentazione di pensieri complessi condivisi, accettati e generati da tutti coloro che abitano lo spazio di pensiero collettivo.

Frecce colorate

Internet oggi rappresenta uno spazio libero in cui la cultura, l’informazione e le idee del nostro tempo possono scorrere liberamente generando un’inedita libertà di espressione e di creatività.

Realizzare percorsi in forma di laboratorio permette di dare risalto a modalità flessibili e creative di lavoro attivo, cooperativo e individualizzato, attraverso i quali gli insegnanti possono avviare un tracciato di esperienza e riflessione che è alla base di ogni forma di conoscenza.

In uno spazio differente dall’aula specificamente funzionale a svolgere determinate attività gli alunni possono ‘imparare facendo’ – “learning by doing”– nelle situazioni didattiche in cui la concretezza delle attività proposte implica un apprendimento attivo.

La didattica laboratoriale è un contesto di operatività fisica e mentale e non di ascolto passivo, che si pone accanto alla didattica tradizionale, come situazione impostata non solo per la trasmissione ma soprattutto per lo scambio culturale.

Seguendo questa metodologia si va verso una didattica organizzata per mettere in risalto gli stili cognitivi individuali, le diverse abilità, i differenti linguaggi per promuovere la bellezza dello stupore della conoscenza negli alunni, emozione che nasce dal sentirsi coinvolti in ciò che si apprende e dal desiderio di continuare ad apprendere.

I docenti, costruendo scelte combinate attraverso una comunicazione creativa e agita, possono trasmettere una componente creativa e originale tale da svilupparsi e da far nascere il tarlo della curiosità.

La rigidità delle discipline non lascia il posto alla trasversalità dei saperi nella scuola attuale, le divisioni disciplinari diventano penalizzanti sia per la libertà dei docenti che per il livello di ascolto e di attenzione degli allievi.

foglio con penna che scrive be creative

La cultura non può avere confini né essere dosata. Ci sono spazi e luoghi più vantaggiosi per l’acquisizione delle conoscenze. La conoscenza fuori dai banchi, attraverso la gestione di spazi e tempi non rigidamente legati allo spazio classe e al tempo lezione crea presupposti diversi per conoscere gli alunni come individui portatori di conoscenze proprie e risorse potenziali di espressione. La conoscenza creativa genera emozioni.

Per uno spazio di coworking efficace e per una proficua realizzazione dei progetti condivisi si deve creare un continuo fluire di suggerimenti originali e idee partecipate.

Uno spazio poliedrico e multifunzionale amplia la proprie conoscenze e facilita le relazioni e la condividisione di un progetto comune.

Lo spazio è inteso allora come spazio che ognuno abita alla sua maniera, uno spazio di accoglienza, uno spazio per valorizzare gli spazi accoglienti di ognuno di noi, uno spazio di capacità di ascolto, uno spazio come luogo dove convergere la propria creatività e il proprio punto di vista.

Spazi di incontro, di relazione, di ricerca. Spazi che accolgono le menti, spazi critici per la rielaborazione del pensiero proprio, spazi per aperture culturali.

Spazi e luoghi della città del tempo, spazi della mobilità del pensiero che si incontrano e producono mille altri spazi e mille altri pensieri e spazi di pensiero dove nasce il futuro delle idee.

 

Roberta Tardi, docente di lingue straniere, specializzata ed esperta nei processi di inclusione, esperto valutatore dei processi didattici, formatore di educazione linguistica e di linguaggi verbali e non verbali.

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