Coro che canta canti natalizi

I Carols e Charles Dickens: una lezione di inglese

Nella preparazione del Natale spesso si è alla ricerca di un argomento originale e non ripetitivo. Sono tanti i tagli che si possono dare ad una lezione soprattutto a seconda della classe nella quale ci troviamo ad operare. Tra gli usi e le tradizioni anglosassoni ormai sono poche le attività veramente innovative poiché si tende spesso a riprendere argomenti già proposti magari variandone alcune parti e cercando nuovi spunti per rendere il tutto più accattivante e meno noioso
Quello che si vuole proporre attraverso questo Lesson Plan è, appunto, un argomento che rappresenta un classico del Natale, ma cercando di proporlo partendo da un punto di vista diverso.
Charles Dickens e il suo “Christmas Carol” sono sempre stati ampiamente proposti dagli insegnanti sotto forma di lettura, traduzione o analisi del testo. In alcuni casi questo racconto si è prestato a trasposizioni teatrali. Quello che si vuole fare in questa sede non è presentare l’analisi e le caratteristiche del testo ma evidenziarne le origini. Infatti, i Carols erano canti natalizi che appartengono alla tradizione e alla cultura anglosassone dai quali Dickens ha tratto ispirazione.
Dopo uno sguardo al passato e a questa antica forma musicale, proporrò un collegamento inusuale ma che può essere uno spunto originale e nuovo per confrontare Christmas Carol ad un altro testo della letteratura vittoriana: “The young King” di Oscar Wilde.

Christmas music

Step 1 – Il Natale e la tradizione dei Carols

IL CAROLING
Risale all’epoca vittoriana l’idea del Natale come celebrazione incentrata sulla famiglia ed è soprattutto in quest’epoca che riprende vigore l’usanza medievale del caroling. Nuove carols vengono scritte oppure nuovi testi su vecchie musiche o viceversa con la pubblicazione della prima importante collezione di carols nel 1833.
In epoca Vittoriana il fervore dei movimenti revivalisti e riformisti religiosi nelle città portò ad una ulteriore rivisitazione dei carols religiosi. In alcuni casi nuovi testi rivestiti di un eccessivo sentimentalismo rimpiazzarono quelli vecchi e nel caso invece dei carols creati ex-novo si trattava spesso di materiale musicalmente povero.
Tuttavia nel clima rigido, impersonale e alienante instaurato dalla Rivoluzione Industriale, i divertimenti e le celebrazioni stagionali erano un distante ricordo legato ai vecchi ritmi di vita e di lavoro della campagna. Nei nuovi centri industriali, dove il successo di un uomo era valutato in base alla quantità di ricchezza che riusciva ad accumulare, vigeva la logica del profitto e le fabbriche rimanevano aperte anche il 25 Dicembre.

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Fu quindi soprattutto grazie al lavoro paziente e ispirato degli studiosi Davies Gilbert e William Sandys che molte delle carole antiche e moderne rimaste ancora vive nella tradizione orale delle aree rurali del nord e dell’ovest dell’Inghilterra non andarono perdute; i due collezionisti raccolsero e pubblicarono il prezioso materiale in due volumi intitolati Some Ancient Christmas Carols (1822) e Christmas Carols, Ancient and Modern (1833)(“La carola inglese nella storia e nella tradizione tra il sacro e il profano”, A. Uliano).
I carolers passeggiavano per le vie cittadine più affollate di solito in gruppi di tre, uno a suonare il violino, un’altro a cantare e il terzo a vendere gli spartiti, i passanti si fermavano per acquistare la musica unendosi al coro per alcune strofe; oppure i carolers si fermavano davanti alle case a cantare, sperando di essere invitati per bere qualcosa di caldo e per ricevere piccole offerte. Tradizione inglese per eccellenza è stata subito ripresa in America.

GOD REST YOU MERRY, GENTLEMEN

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E’ questa la canzone cui allude nel titolo “Il Canto di Natale” (titolo in inglese “A Christmas Carol”) di Charles Dickens.
La carol pubblicata da William Sandys nel 1823, resta di autore anonimo: si riesce a risalire al 1700 per quanto concerne le sue prime pubblicazioni, nelle quali compare con la dicitura “new Christmas carol” che potrebbe far pensare alle sue origini più recenti, con l’aggiunta nel testo di qualche arcaismo per farlo sembrare più antico, come quel “ye” del titolo che sta al posto di “You”. Tuttavia molti studiosi ritengono che il brano abbia origini nel 1500 e che il primo testo simile sia Sit You, Merry Gentlemen (Bodleian Library – ca 1650).
La prima e l’ultima strofa sono rivolti all’uditorio moderno come delle esortazioni, la prima a comportarsi rettamente e l’ultima a scambiarsi un segno di pace; la storia nel mezzo è quella dell’annuncio della lieta novella ai pastori e del loro omaggio a Gesù Bambino. Come per tutti i canti molto popolari tuttavia esistono molte varianti testuali, si riporta quella più comunemente attualmente.
La melodia abbinata al brano, anch’essa dalle remote origini, non è univoca anche se una sola è diventata quella standard: il cosiddetto London Tune derivato probabilmente da Chestnut o Doves Figary contenuto in “The English Dancing Master” di J. Playford (1651). Altre melodie fanno riferimento a dei tradizionali della Cornovaglia.
Attività proposte:
– Lessico: i vocaboli sul Natale
– Listening: ascolto di famosi Carols
-Cultura e civiltà: le principali tradizioni natalizie anglosassoni

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Step 2 Charles Dickens

Il passaggio successivo è quello che coinvolge l’autore Charles Dickes che pubblicò il 19 dicembre 1843 il famosissimo racconto Canto di Natale.
Il racconto si presta molto a letture e analisi proprio nel periodo pre–natalizio poiché rappresenta e esprime in modo molto toccante e profondo le tematiche e i valori del Natale.
Per capire al meglio questo testo, è necessario considerare il contesto sociale in cui venne scritto. Il testo, infatti, risente notevolmente delle contraddizioni e dei problemi della società vittoriana, periodo di grande espansione per il Regno Unito ma anche una fase caratterizzata da gravi problemi sociali e profonde ipocrisie.
Approfondimenti:
– Charles Dickens la vita e le opere
– La Londra vittoriana
– La Rivoluzione Industriale
– Child Labour
Filmografia:
“L’uomo che inventò il Natale” – 2017
“A Christmas Carol” – 2007
“Oliver Twist” – 2005

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Step 3 I tre fantasmi di Scrooge e i tre sogni de “Il giovane Re” di Oscar Wilde

I due racconti “Chistmas Carol” e “The young king” di Oscar Wilde, così apparentemente diversi, celano invece alcune somiglianze. Può sembrare interessante presentarli alla classe ed evidenziare insieme agli studenti i tratti che maggiormente li rendono comparabili.
Il Giovane Re
Questo racconto (del quale è possibile trovare ampia analisi e spunti di lavoro in un articolo pubblicato precedentemente su questo Blog , dal titolo “Alla scoperta di Oscar Wilde”) è molto significativo e rappresenta un originale spunto di confronto con il racconto di Dickens. Alla fine della storia il giovane re, dopo aver fatto tre sogni molto significativi, proprio come accade a Scrooge dopo aver incontrato i suoi tre fantasmi, è salvato dalla sua avarizia e scope l’umiltà e l’amore per il prossimo. Così nel giorno dell’incoronazione svestirà simbolicamente i suoi ricchi abiti per indossare la sua vecchia tunica da pastore e la sua corona e il suo scettro si trasformeranno in una corona di spine e in un bastone di gigli fioriti. Come per miracolo.

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Metodologia e strategie:
– Essendo racconti brevi è possibile proporli entrambi alla classe, quindi leggerli insieme agli studenti durante la lezione, oppure assegnarli come lettura casalinga.
– Se si decide di leggere i testi in classe, sarà opportuno soffermarsi insieme agli studenti su un’analisi del personaggi e della storia. Se la lettura è individuale si potrà chiedere di intervenire a lettura ultimata in un dibattito in classe.
– Una volta padroneggiato il testo sarà opportuno evidenziare le tematiche. Anche questo sarà possibile a livello individuale attraverso una relazione scritta o orale oppure a piccoli gruppi. Nel caso del lavoro a gruppi sarà il docente ad assegnare un argomento che gli alunni dovranno sviscerare e presentare al resto della classe.
Possibili tematiche :
• Il contesto storico e sociale
• Il tema della povertà e della ricchezza
• Il significato dei 3 fantasmi di Scrooge
• Il significato dei 3 sogni del Giovane Re
• Gli effetti della Rivoluzione industriale
• La struttura narrativa, le caratteristiche formali e stilistiche dei due racconti
• I personaggi principali: somiglianze e differenze

 

Francesca Tamani

È docente di lingua inglese e francese presso la scuola secondaria “ A. Chieppi” di Parma. Referente e docente per le certificazioni Esol University of Cambridge e Trinity College e per le certificazioni Delf con Alliance Francaise. Ha collaborato alla stesura del testo “Make it” per la scuola secondaria con Cambridge University Press. Fa parte di un gruppo di lavoro Miur “Orientamente” che cura la didattica per l’orientamento e la progettazione di strumenti didattici. Ha curato l’introduzione della didattica Clil come referente per le lingue all’interno di un progetto verticale.

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